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Fuoco di Sant'Antonio – Ecco come riconoscerne i sintomi tipici

DocFinder, Shutterstock
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Il fuoco di Sant'Antonio (herpes zoster) è una malattia virale che colpisce in misura maggiore le persone oltre i 50 anni ed è caratterizzata da un’eruzione cutanea di forma particolare. Si associa a forti dolori e, se non trattata, può portare a complicazioni gravi, motivo per cui è particolarmente importante iniziare il trattamento in modo tempestivo. Scoprite qui che cosa sta dietro al fuoco di Sant'Antonio e come riconoscerne precocemente i segnali.

Come si sviluppa il fuoco di Sant'Antonio

Il fuoco di Sant'Antonio è causato dal virus varicella-zoster (VZV), un virus che appartiene alla famiglia dei virus erpetici e che si trasmette da un individuo all'altro attraverso l'inalazione di goccioline infette disperse nell'aria. Le goccioline infettate da un agente patogeno fuoriescono quando si parla, si starnutisce o si ha la tosse. Gli agenti patogeni vengono immessi nell'aria attraverso la respirazione e inalati dall'altra persona.

Il virus varicella-zoster è responsabile nell'uomo di due malattie – la varicella e il fuoco di Sant'Antonio – ma quando ci si infetta per la prima volta, la malattia si manifesta sempre sotto forma di varicella. Anche una volta guariti dalla varicella, il virus rimane però nel corpo per tutta la vita, pur se in uno stato di inattività (latenza). Negli individui con un sistema immunitario forte, il corpo è in grado di controllare il virus così da evitare lo sviluppo di altri focolai di malattia. Se invece il sistema immunitario è indebolito, per esempio per via di una malattia cronica, dello stress o di uno stile di vita globalmente insalubre, il virus latente può riattivarsi e provocare un ulteriore focolaio. Il secondo focolaio, però, non si manifesterà più sotto forma di varicella, bensì di herpes zoster.

Si stima che il 95% circa della popolazione porti in sé il virus varicella-zoster, nella maggior parte dei casi contratto già durante l'infanzia. I bambini si ammalano spesso di varicella, ma l'herpes zoster è quasi sconosciuto in età pediatrica; se il virus si riattiva, la malattia ricompare solo in età adulta.

Descrizione del fuoco di Sant'Antonio

L'espressione "herpes zoster", nome scientifico del fuoco di Sant’Antonio, è composta dalle parole "herpes" – che deriva dal sostantivo greco "herpetón", serpente – e "zoster" che significa "cintura". L'eritema cutaneo che si forma sulla schiena e/o sul torace assume infatti la forma di una cintura. La malattia può anche colpire il viso, le braccia e le gambe.

Fintantoché resta inattivo, il virus si trova nei gangli dei nervi cranici, che concorrono alla trasmissione degli impulsi nervosi al volto, e nei cosiddetti gangli spinali. I gangli spinali sono cellule nervose situate lungo il midollo spinale. Non appena si riattiva, il virus varicella-zoster inizia a migrare lungo le cellule nervose, provocando l'infiammazione del relativo tessuto. L'aspetto tipico dell'eruzione cutanea si deve al fatto che i nervi del midollo spinale corrono lungo l'intero tronco (torace, addome, schiena e bacino), formando una cintura e innervando aree cutanee ben specifiche (i cosiddetti dermatomeri), di modo che anche l'eruzione cutanea assume la forma di una cintura che fascia le aree corporee interessate.

Sintomi caratteristici della malattia

Come accade in molte altre malattie, anche nell'herpes zoster si possono manifestare inizialmente i cosiddetti "sintomi prodromici", vale a dire segni di malattia di carattere generico, come stanchezza, febbre e spossatezza. Questa fase iniziale della malattia dura in media da tre a cinque giorni. Le persone colpite presentano inoltre parestesie nell’area principalmente interessata, ossia alterazioni della sensibilità come formicolii o intorpidimento.

Man mano che la malattia progredisce, le parestesie cutanee si trasformano in dolore. Poiché il fuoco di Sant'Antonio colpisce direttamente i nervi, si parla di “dolore neuropatico”, un dolore che dalla maggior parte dei pazienti viene descritto come molto intenso e spiacevole. Solitamente esso si manifesta sotto forma di bruciori o fitte, sensazioni che insorgono in maniera improvvisa e che possono essere accompagnate da un fastidioso prurito.

Di solito l'eruzione cutanea caratteristica dell'herpes zoster si manifesta inizialmente con un arrossamento dell'area interessata. Nel giro di 12-24 ore si ha la formazione di vescicole. Inizialmente le vescicole contengono un liquido limpido, ma nel corso della malattia questo liquido che contiene il virus diventa torbido e inoltre compaiono sempre più vescicole che si uniscono in grappoli di dimensioni sempre maggiori, per poi infine scoppiare. Si formano così croste, che col tempo si staccando portando lentamente alla scomparsa dell'eritema. Solitamente l'herpes zoster si presenta solo da un lato, quindi solo su una metà del corpo.

Nei pazienti con un sistema immunitario sano, i sintomi durano in media da due a tre settimane. Il decorso della malattia varia però da persona a persona. In casi rari la malattia non è accompagnata dal caratteristico eritema cutaneo (zoster sine herpete): i pazienti avvertono forte bruciore, fitte e prurito nelle aree interessante, ma senza che vi sia il tipico arrossamento a forma di cintura.

Il fuoco di Sant'Antonio è una malattia contagiosa. Tuttavia, a differenza della varicella, non viene trasmessa per inalazione di goccioline disperse nell'aria, in quanto solo il liquido delle vescicole contiene il virus ed è pertanto contagioso. Inoltre possono contrarre il fuoco di Sant'Antonio soltanto le persone che hanno precedentemente avuto la varicella, perché il primo contatto con il virus varicella-zoster provoca sempre la varicella come prima manifestazione patologica.

I sintomi dell'herpes zoster a colpo d’occhio

  • Prima fase della malattia (sintomi prodromici): stanchezza generale, febbre, spossatezza
  • Parestesie delle principali aree interessate: formicolii o intorpidimento
  • Dolore: fitte e bruciore improvvisi, prurito
  • Formazione di vescicole: le vescicole sono inizialmente ripiene di un liquido limpido, che poi diventa torbido, e si presentano a grappoli.
  • L'eruzione cutanea colpisce di solito solo una metà del corpo.
  • In presenza di un sistema immunitario sano, i sintomi durano, a seconda del decorso della malattia, da due a tre settimane.

Fattori di rischio, possibili complicazioni e malattie secondarie

Fattori di rischio

Il fuoco di Sant'Antonio può portare a complicazioni e a malattie secondarie anche gravi e pericolose soprattutto in individui con immunodeficienza causata da altre malattie (per es. HIV, cancro) e negli anziani, che per via dell'età hanno un sistema immunitario più debole rispetto a quello degli adulti sani. I seguenti fattori possono inoltre aumentare il rischio di insorgenza della malattia. Raggi UV: un forte eritema solare non indebolisce soltanto la zona cutanea interessata, ma l'intero sistema immunitario, per cui un eccesso di raggi UV può rappresentare una concausa di herpes zoster. Chemioterapia: i farmaci somministrati nella chemioterapia non indeboliscono solo le cellule tumorali, ma anche, temporaneamente, l'intero sistema immunitario, che diviene così più esposto a malattie come l'herpes zoster. Farmaci immunosoppressori: gli immunosoppressori sono farmaci che riducono la funzionalità del sistema di difese dell'organismo e vengono per esempio impiegati per prevenire reazioni di rigetto dopo un trapianto di organi o di tessuti oppure per trattare un'asma allergica grave, disfunzioni del sistema immunitario o malattie autoimmuni. Infiammazioni: le infiammazioni, tra cui anche un leggero raffreddore, possono favorire l'insorgenza di un herpes zoster, soprattutto se il sistema immunitario è già indebolito, come negli anziani. * Stress e sovraccarico fisico e psicologico prolungato.

Possibili complicazioni e malattie secondarie

Nell'herpes zoster generalizzato il virus varicella-zoster si propaga dalle vie nervose a singoli organi interni. Se il virus attacca il sistema nervoso centrale (le strutture nervose del cervello e del midollo spinale), si può sviluppare un'encefalite e anche una grave meningite. Il virus, attraverso i gangli dei nervi cranici, può inoltre infettare sia gli occhi sia le orecchie e provocare congiuntivite e cheratite, cecità (herpes zoster oftalmico) e sordità (herpes zoster ottico).

Poiché le aree cutanee colpite dal virus sono indebolite dall'infiammazione e pertanto più facilmente attaccabili da altri batteri, come complicazione del fuoco di Sant'Antonio si possono sviluppare infezioni batteriche secondarie, per cui le aree cutanee intaccate dall'herpes zoster vengono infettate da altri batteri. Altre possibili complicazioni sono alterazioni della pigmentazione e sanguinamenti cutanei; è possibile che compaiano anche cicatrici, soprattutto se le croste che si formano come conseguenza delle vescicole vengono grattate via e non si staccano in modo spontaneo. Diversamente dal caso della varicella, tuttavia, quest’evenienza si verifica di rado, in quando grattar via le croste si associa di solito a sensazioni dolorose. Alcuni pazienti presentano dopo la malattia disturbi della sensibilità e paresi dell'area interessata, che, se non trattate, nel caso peggiore, possono persistere per tutta la vita.

Fino al 20% dei pazienti non trattati sviluppa la cosiddetta nevralgia post erpetica (dolore neuropatico). Il dolore neuropatico persiste fino a quattro settimane dopo la scomparsa delle alterazioni cutanee. Nel caso peggiore, il dolore può ancora essere avvertito molti anni dopo la risoluzione della malattia.

Diagnosi di fuoco di Sant'Antonio

Dato che l'herpes zoster ha caratteristiche molto particolari, il medico è solitamente in grado di diagnosticare la malattia con un semplice esame fisico. Ispeziona miratamente le aree cutanee interessate e fa domande al paziente su altri sintomi e sulla durata dei disturbi attuali.

Per avere la certezza diagnostica – ma anche per escludere altri herpes virus che colpiscono l'uomo, come l'herpes simplex – il medico esegue solitamente un tampone della lesione in modo da giungere alla certezza di laboratorio sulla presenza del virus tramite una coltura cellulare o una cosiddetta reazione a catena della polimerasi. Il virus può anche essere rilevato in modo indiretto attraverso un test degli anticorpi. Nel sangue del paziente si cerca la presenza di anticorpi contro il virus. Gli anticorpi sono una componente importante del nostro sistema immunitario. Vengono prodotti dai globuli bianchi al fine di combattere batteri, virus o altre sostanze penetrate nell'organismo (antigeni).

Trattamento del fuoco di Sant'Antonio

Sono possibili diversi trattamenti del fuoco di Sant'Antonio. L'obiettivo di tutte le terapie è, da un lato, alleviare il dolore e i sintomi acuti e, dall'altro, impedire che le alterazioni cutanee indotte dall'herpes si espandano. Poiché la malattia interessa direttamente i nervi, è importante consultare un medio e iniziare una terapia adeguata il più velocemente possibile, in modo da prevenire efficacemente complicazioni e malattie secondarie.

Trattamento del dolore

Il dolore intenso e acuto viene solitamente trattato con analgesici oppioidi. Questi farmaci sono forti antidolorifici che attenuano il dolore agendo sui recettori oppioidi, che sono prevalentemente localizzati nel cervello e nel midollo spinale. Gli analgesici oppioidi inibiscono l'elaborazione e la trasmissione dello stimolo dolorifico, alleviando quindi il dolore. I dolori meno intensi possono essere trattati con antidolorifici più leggeri come l'ibuprofene o il paracetamolo.

Trattamento dell'eritema cutaneo

L'eritema cutaneo viene di solito trattato con pomate e tinture ad azione astringente. Ciò non solo allevia il dolore acuto, ma riduce anche il rischio di infezioni batteriche secondarie. Le pomate e le tinture, la cui composizione varia a seconda dello stadio della malattia e dell'intensità dell'eruzione cutanea, possono favorire il processo di guarigione.

Terapia antivirale

La terapia antivirale è impiegata soprattutto nei pazienti di età superiore ai 50 anni con decorso grave della malattia e/o sistema immunitario indebolito (per es. affetti da HIV e cancro) e/o herpes zoster sul viso o sul collo.

Nei pazienti al di sotto dei 50 anni con decorso lieve della malattia, è spesso sufficiente una terapia del dolore mirata in combinazione con un trattamento mirato dell'eruzione cutanea. Anche nelle donne incinte non si ricorre di solito alla terapia antivirale e si adottano unicamente trattamenti sintomatici e locali. L'obiettivo della terapia antivirale è impedire l'ulteriore proliferazione nell'organismo del virus varicella zoster. I farmaci utilizzati, i cosiddetti virostatici, vengono somministrati per via orale o per via endovenosa a seconda del decorso della malattia nel singolo paziente. Tra i principi attivi impiegati nella terapia antivirale del fuoco di Sant'Antonio troviamo l'aciclovir, il famciclovir e il valaciclovir.

Il trattamento ha ottime possibilità di successo nelle persone con un sistema immunitario sano e l'herpes zoster guarisce completamente nel giro di poche settimane. Nei pazienti con un sistema immunitario indebolito la malattia può avere un decorso molto più complesso e grave, motivo per cui è sempre necessario avviare tempestivamente una terapia farmacologica.

Vaccinazione

Dall'inizio del 2015 è disponibile in Italia un vaccino specifico contro l'herpes zoster. In base al piano vaccinale nazionale, la vaccinazione è raccomandata a partire dai 50 anni, indipendentemente dal fatto che l'herpes zoster sia già stato contratto in precedenza. L'immunità dura diversi anni e protegge ampiamente da un decorso grave della malattia e dell'insorgenza della nevralgia post erpetica. Tuttavia, la vaccinazione non fornisce una protezione completa dalla possibile insorgenza del fuoco di Sant'Antonio, anche se nelle persone vaccinate la malattia ha un decorso più lieve e più breve.

Sources
Dr. Birgit Weinberger, Institut de recherche sur le vieillissement biomédical, Université d’Innsbruck;Immunseneszenz und Impfungen im Alter, Ärzte Krone 17/2014, Ärztekrone VerlagsgesmbH

Prim. Univ.-Doz. Dr. Robert Müllegger, Département de dermatologie et de vénéréologie, CHR Wiener Neustadt;Update Herpes Zoster, die Punkte 01/2014, MedMedia Verlag und Mediaservice GmbH

Dr. Herbert Kiss, Département d’obstétrique et de médecine fétématique, Département universitaire d’obstétrique, Vienne;Virusinfektionen in der Schwangerschaft - Varizellen und Herpes zoster, Gyn-Aktiv 03/2011, MedMedia Verlag und Mediaservice GmbH

Johnson R.W. et al., Postherpetic Neuralgia, New England Journal of Medicine 2014; 371:1526-1533

Robert Koch Institut, Abteilung für Infektionsepidemiologie; Varizellen (Windpocken), Herpes Zoster (Gürtelrose), RKI-Ratgeber für Ärzte 06/2013


Autor: Katharina Miedzinska, MSc